I “genitori-nonni” vincono in Cassazione

Ieri, la prima sezione della Suprema Corte ha dato loro ragione, revocando la sua precedente sentenza del novembre 2013, annullando con rinvio anche la sentenza d’appello del Tribunale di Torino. Se sussiste la capacità genitoriale, non ci sono limiti di età per essere padre e madre, affermano i giudici. Oltre al fatto che l’episodio di abbandono, che ha innescato il processo, e che è stato centrale nella revoca della genitorialità, si è rivelato insussistente.

E quello che scrivono i giudici appare come un severo atto d’accusa ai giudici di merito. Perché – rilevano – non solo non c’è stato abbandono, ma «la ricerca delle capacità genitoriali svolta dal giudice di merito è stata assai scarna e nessun esame oggettivo attento è stato mai espletato, dato che è stata sottratta a poche settimane di vita».

Articolo su La Stampa

La diffamazione a mezzo Facebook è reato anche se non si fanno nomi

Con la sentenza numero 16712/2014 la Corte di Cassazione torna ad occuparsi della fattispecie di reato disciplinata dall’articolo 595 del codice penale, ossia della diffamazione.

L’elemento di novità di questa pronuncia sta nel fatto che nel caso esaminato dai giudici di piazza Cavour l’offesa dell’altrui reputazione è avvenuta attraverso Facebook e senza fare nomi.

Il post diffamatorio inoltre era stato letto da una ristretta cerchia di iscritti.
Sta di fatto che pur non essendo stata fatta menzione di alcun nome, erano stati indicati alcuni particolari che potevano rendere identificabile la persona diffamata.

Più in dettaglio, un maresciallo delle Fiamme Gialle, aveva scritto su Facebook frasi dal tenore offensivo nei confronti di un collega e della moglie di quest’ultimo di cui non aveva fatto i nomi.

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