Omicidio Lidia Macchi, PM Abate condannato dal CSM

Omicidio a Cittiglio, ricordate la vicenda dell’ omicidio di Lidia Macchi? Il PM Agostino Abate, titolare dell’ inchiesta per 26 ANNI … (poi fortunatamente è passata ad altro PM con l’ arresto di un presunto colpevole), è stato condannato dal CSM; tutti si chiederanno quale punizione tremenda per una simile condotta omissiva, certamente: il taglio dell’ anzianità per 8 mesi !!!!!!

lo scorso anno, Abate era stato sanzionato dalla disciplinare di Palazzo dei Marescialli con la perdita di anzianità di 2 mesi e il trasferimento a Como con funzioni di giudice (quindi quasi promosso).

Qui trovate tutta la notizia (Giornale La Provincia di Varese)

Operatori telefonici ancora sotto accusa, WIND multata

Operatori telefonici ancora sotto accusa.

Ecco una nuova sanzione per Wind; questa volta l’ antitrust non ha gradito la furbata di Wind che, non certo per favorire i consumatori, ha pensato di applicare il canone “mensile” ad un lasso di tempo di “28 giorni”.

Sappiamo tutti che il “mese” è di 30 o 31 giorni, a parte febbraio, ma evidentemente per Wind è sempre febbraio.

Tutto l’ articolo qui.

Operatori telefonici multa eclatante dall’AGCM

Gli operatori telefonici continuano imperterriti a prendere in giro i consumatori, stavolta hanno ricevuto un bel regalino dall’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: 9 Milioni di Euro di multa da dividersi in 5 (Telecom, Vodafone, Wind, Fastweb e Tiscali).

Ben gli sta! Il sottoscritto è sempre convinto (questa è la mia opinione, personale e libera) che le compagnie telefoniche abbiano un accordo occulto (quello che in gergo viene chiamato cartello”) per avere sempre vantaggi a svantaggio dei consumatori.

Sappiamo bene che quando si presenta un reclamo il coltello dalla parte del manico è in mano agli operatori telefonici; essi infatti possono “staccare la linea” e lasciarci senza telefono subendo lievi conseguenze dovute agli indennizzi (per il piccolo numero di consumatori che procedono per via legale), stavolta, dovendo togliere una parte di “utili” agli azionisti, potrebbero anche prendere in considerazione  di cambiare atteggiamento verso i clienti.

Ecco la spiegazione che ha portato via dalle casse delle compagnie telefoniche i soldini:

I casi, spiega l’Antitrust, “riguardano principalmente la prassi seguita dagli operatori del settore di dare inizio all’esecuzione del contratto, procedendo all’avvio del processo di attivazione della linea e/o di migrazione da altro operatore, durante la pendenza del termine di 14 giorni previsto per esercitare il diritto di recesso (il cosiddetto periodo di ripensamento) senza acquisire un’espressa richiesta in questo senso da parte del consumatore. Il codice del consumo, diversamente, prevede che l’esecuzione del contratto durante il periodo di recesso sia sottratta alla sfera decisionale delle aziende, disciplinandola come una opzione rimessa alla decisione del solo consumatore che, qualora interessato, dovrà farne espressa richiesta, senza che la conclusione del contratto possa in alcun modo essere condizionata dall’assenza di tale volontà”.

Personalmente ho litigato con tutti gli operatori, se qualcuno ha problemi mi contatti pure, l’ AGCM è sempre pronta ad accogliere le denunce.

Articolo completo dal sito La Repubblica

 

Migranti devono conformarsi ai nostri valori

Per la Suprema Corte, il porto del coltello Kirpan non si giustifica per il credo religioso dei migranti, come invece pretenderebbe un cittadino indiano.

L’imputato, uno dei tenti migranti indiani, chiede l’annullamento della sentenza, insistendo con il fatto che (come il turbante), il porto del coltello costituisce adempimento di un preciso dovere religioso.
Inutile dire che la Suprema Corte non è per niente d’accordo con questo assunto.
Al momento del controllo, sussisteva l’onere dell’imputato di dimostrare il porto del coltello; a nulla può valere (quindi non sussiste una scriminante) l’asserzione per cui tale arma rappresenterebbe un simbolismo religioso.
Dice la Corte: in una società multietnica, sicuramente l’integrazione tra popoli diversi non impone l’abbandono della propria religione, ma questo fatto trova un limite nel rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica del Paese ospitante.
I migranti sono avvisati!